Tecniche di adr in Italia e nei paesi di Common Law
Cos'è l'ADR - Alternative Dispute Resolution
La nostra società considera il conflitto (e le situazioni di conflitto) come un evento patologico, un problema da risolvere in via esclusivamente tecnica da parte di soggetti professionalmente addestrati a farlo nell’ambito di una struttura anch’essa formalizzata: il processo-giudizio. Le società moderne sono, come dice il prof. Giovanni Cosi, affette da una “diffusa mancanza di fantasia”.
Questa mancanza di fantasia porta a ritenere che l’unica via al patologico sia affidare a un giudice la decisione sulla controversia. Un primo passo per avvicinarci ai metodi ADR è proprio quello di pensare al conflitto come a un fenomeno fisiologico nell’ambito dei contatti umani. Il conflitto viene a colorarsi allora di una luce nuova, non è più un problema, ma un’occasione di confronto. Certamente anche di contrasto, ma non di dissidio insanabile. Non più quindi un muro contro muro, ma una finestra che si apre verso un panorama nuovo e sconosciuto. Un ottimo metodo per la risoluzione delle controversie.
La conciliazione, la mediazione e l’arbitrato fanno parte di quell’insieme di metodi alternativi (e amichevoli) di risoluzione delle controversie (acronimo italiano RAC – inglese ADR Alternative Dispute Resolution) che, con un ritardo di decenni rispetto ai paesi di common law, si stanno affermando nell’ordinamento italiano. La loro diffusione moderna si riscontra infatti negli Stati Uniti nei primi anni ’70, ma si deve sottolineare come erano già conosciuti anche nel diritto romano. Potenzialmente gli ambiti di applicazione sono molto vasti.
Come più volte rilevato anche dalla Commissione Europea, già da tempo la crisi della giustizia in Italia ha evidenziato la necessità di istituire metodi alternativi di risoluzione delle controversie quale possibile mezzo per alleggerire il carico di lavoro delle aule giudiziarie. La stessa necessità è stata messa in evidenza negli altri Stati membri dell’Unione Europea. Ricerche e studi dell’ICE, dell’Unioncamere e di alcune Camere di Commercio, in particolare, hanno dimostrato come il mondo imprenditoriale abbia bisogno di strumenti efficienti per risolvere problemi controversi senza adire le vie legali (con conseguente perdita di tempo, di denaro e danneggiamento delle relazioni commerciali).
In Italia le leggi emanate in diversi settori di attività hanno adottato modelli di conciliazione (o più in generale di metodi alternativi di risoluzione delle controversie) non omogenei, sia per quanto riguarda la fattispecie, sia per ciò che concerne le procedure e il valore attribuito all’atto che conclude il procedimento. Sarebbero necessari interventi volti a:
- incentivare la diffusione dei metodi di ADR - Alternative Dispute Resolution (Risoluzione Alternativa delle Controversie)
- adottare iniziative di informazione a vari livelli (consumatori, PMI, operatori del diritto, studenti)
- adottare iniziative di formazione per operatori del diritto (avvocati, consulenti, etc.)
- promuovere studi quantitativi e qualitativi sulle procedure di ADR, con analisi e diffusione dei dati a livello comunitario (dati quantitativi per tipologia di ADR; dati qualitativi sull'andamento della procedura - suddividendo per stadi le procedure stesse e rilevando lo stadio a cui queste giungono, distinguendo i dati per tipologia di ADR - costi e tempi delle procedure).
Uno dei motivi dello sviluppo dell'ADR è di ordine pratico e congiunturale: i metodi di ADR forniscono una risposta alle difficoltà di accesso alla giustizia, che molti paesi devono affrontare. Queste difficoltà si spiegano con il fatto che le controversie sottoposte agli organi giurisdizionali si moltiplicano, le procedure tendono ad allungarsi e i costi sopportati in occasione di tali procedimenti aumentano. La quantità, la complessità e la natura tecnica dei testi legislativi contribuiscono d'altra parte a rendere più difficile l'accesso alla giustizia.
L'accesso alla giustizia per tutti è un diritto fondamentale consacrato dall'articolo 6 della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali. Il diritto a un ricorso effettivo è stato elevato dalla Corte di Giustizia al rango di principio generale del diritto comunitario, ed è stato peraltro sancito dall'articolo 47 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea.Con l'ADR si instaura un dialogo
L'ADR si colloca pienamente nel contesto delle politiche volte al miglioramento dell'accesso alla giustizia. L'ADR svolge, in effetti, un ruolo complementare (non solo sussidiario) rispetto ai procedimenti giurisdizionali, in quanto i metodi adoperati nell'ADR spesso sono più adatti alla natura di determinati tipi di controversie.
L'ADR può permettere alle parti d'instaurare un dialogo, che sarebbe altrimenti stato impossibile, e di valutare esse stesse l'opportunità di fare ricorso al giudice.
È opportuno mettere particolarmente in risalto il ruolo dell'ADR come strumento al servizio della pace sociale. In effetti, nelle forme di ADR in cui i terzi non prendono alcuna decisione (ad esempio la conciliazione), le parti non si affrontano più, ma al contrario s'impegnano in un processo di riavvicinamento, e scelgono esse stesse il metodo di risoluzione del contenzioso svolgendo un ruolo più attivo in tale processo per tentare di trovare da sole la soluzione che conviene loro di più. Questo approccio consensuale aumenta le possibilità per le parti di mantenere, una volta risolta la lite, le loro relazioni di natura commerciale o di altra natura.
L’esigenza di sviluppare strategie e strumenti alternativi all’uso della violenza nella gestione dei conflitti, sia a livello di comunità che a livello internazionale, è sempre più avvertita nel nostro continente. Il modo in cui le società affrontano i conflitti è determinante per la realizzazione di un sistema mondiale equilibrato, ma queste scelte sono strettamente collegate al modo in cui vengono gestiti conflitti personali e sociali all’interno delle varie regioni, che sono a loro volta determinanti per la realizzazione della giustizia e della democrazia.
È necessario formare una nuova cultura delle controversie.
Data la complessità dei fenomeni presi in esame che pervadono tutte le dimensioni della vita collettiva, data la interdipendenza di questi fenomeni con tutte le branche del sapere e dell’agire umano, si rende necessaria un’impostazione interdisciplinare della ricerca e della formazione a favore di una cultura di trasformazione costruttiva delle controversie.
Risolvere le controversie negoziando con la controparte è certamente preferibile, per risparmiare tempo e denaro e ristabilire relazioni compromesse. Per negoziare efficacemente, o si dispone di risorse adatte, potenziate con approfondimenti teorici e pratici, o si chiede l’intervento di terzi neutrali ed imparziali, competenti nella facilitazione di negoziazioni altrui: i consulenti esperti nelle tecniche di ADR.
I paesi anglosassoni hanno sviluppato da decenni tale tipo di approccio alla soluzione delle controversie, che registra tassi di successo elevatissimi: fonti inglesi (ADR Group, Centre for Dispute Resolution) parlano dell’80-90% di soluzioni raggiunte in tempi brevissimi, da uno a due mesi al massimo, con tassi altrettanto elevati di rispetto degli accordi, perché fondati sulla convenienza reciproca delle parti. Anche in caso di mancato accordo, l’aver partecipato a un tentativo di risoluzione alternativa porta ad una conoscenza tale della propria controversia, da risultare fondamentale in caso di successivo giudizio.
Riuscire a gestire un conflitto tramite la conciliazione/mediazione (una delle tecniche di ADR) significa svolgere un lavoro anche culturale, in cui il conflitto viene valorizzato come risorsa e non più visto solo con un’accezione negativa. La conciliazione diffonde quindi, in un certo senso, anche una cultura basata sul rispetto delle persone, valorizzando positivamente e creativamente la differenza e utilizzando il conflitto come punto di cambiamento, individuale e relazionale, favorendo la formazione di una nuova immagine di sé e di chi ci circonda.
Concludiamo con una citazione di un avvocato americano, prima che Presidente degli Stati Uniti:
“Scoraggia la lite. Favorisci l’accordo ogni volta che puoi. Mostra come l’apparente vincitore sia spesso un reale sconfitto … in onorari, spese e perdite di tempo”.
(Abraham Lincoln)